Giocatori dell’Inter: i veri handicappati di questo Settembre 2016

Fuori Campo

Mai nessuno come noi ha difeso l’Inter in ogni occasione. Difeso, sia chiaro, non “giustificato”. Mai nessuno come noi ha preso le distanze da quel moderno “guazzabuglio” mediatico e pseudo-giornalistico “criticatuttoesempre” per vendere qualche copia in più o fare un po’ di audience in televisioni mediocri. Abbiamo sempre cercato di capire, di spiegare ai tifosi e al pubblico, di spronare, ma questa volta, davvero, si può solo usare la parola: vergogna. I giocatori dell’Inter sono vergognosi. Non tanto perché non onorano la gloriosa maglia che indossano (questo interessa solo agli interisti); non tanto perché non hanno un minimo di pudore e non un minimo di rispetto per spettatori e tifosi (questo interessa solo a chi paga il biglietto o l’abbonamento tv); non tanto perché non rispettano nemmeno il loro accordo lavorativo (questo pare non interessare a nessuno in corso Vittorio Emaneule a Milano), ma perché mentre loro – i giocatori dell’Inter – scendevano in campo così, come tutti hanno visto la sera del 15 Settembre, dall’altra parte del mondo c’erano atleti (uomini e donne) che affrontavano gare con gravi disabilità. Atleti che onoravano lo sport e commuovevano il pubblico. Qualcuno su una carrozzella, con quella passione che un vero atleta deve provare quando compete con l’avversario. Altrimenti perché si fa questo “lavoro”: lo sport?

I giocatori dell’inter – in fondo – qualcosa di bello lo hanno fatto: hanno mostrato al mondo quanto l’arroganza e la superficialità, così come l’indolenza, siano e possano essere il vero handicap di un uomo. Sono loro, i giocatori dell’Inter, i veri disabili di questo Settembre 2016. Loro, con i loro occhi e cuore vuoti.

 

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it