Siamo e saremo sempre “Bauscia”, noi dell’Inter siamo così. Era estate (e per un pochino lo sarà ancora…) e il quotidiano rosa, “La Gazzetta dello Sport”, si scatenava: «L’INTER» era «A PEZZI». La sciagura consisteva nella possibilità di perdere l’allenatore Roberto Mancini e il Capitano della squadra: Mauro Icardi. Nel secondo caso tutto nasceva da alcuni twitt della moglie-procuratrice del giocatore, la signora Wanda Nara, ma, specialmente, dalle lusinghe del Presidente del Napoli che offriva soldi all’Inter, contratto al giocatore, parti cinematografiche alla moglie-procuratrice e così via…
Gli espertoni della “Gazza”, però, che a volte sembrano saperne una più di Bertoldo, nulla raccontavano del signor Zhang che, irritato dall’atteggiamento di De Laurentis, aveva iniziato a fare il milanese, informandosi su chi fossero i giocatori più prestigiosi del Napoli. Se il Presidente partenopeo avesse insistito, noi (cioè l’Inter) avrebbe rilanciando facendo a sua volta buone offerte ai giocatori napoletani. Anzi, Zhang, da buon “Bauscia” nerazzurro che si sta disponendo ad essere, era disponibile a comprarsi anche tutto il Napoli. Certamente una “boutade”, ma molto più raffinata delle spaparacchiate di Aurelio De Laurentis che offriva pizze e babà come “fringe benefit”.
L’Inter di Zhang (quella che il 26 Luglio era «A PEZZI» sabato alle 18.00 si presenta alla seconda giornata di Campionato (in casa al “Meazza” contro il Palermo) senza Roberto Mancini, questo è vero. Ma Icardi è sempre al suo posto e, sulla destra, c’è un rinforzo che è titolare della Nazionale Italiana, Antonio Candreva e, ieri, è sbarcato a Milano il brasiliano Gabigol. Poi, magari, Tizio se ne va di qui, e Caio arriverà da là, chissà, ma questa è “la logica delle cose” come sono organizzate adesso. Insomma, l’Inter c’è, al di là della sconfitta di Verona e delle paturnie di Luglio, altro che «A PEZZI».
Avendo da sempre una forte passione nel cuore per questa squadra desideriamo ricordare (specialmente a certi “pennivendoli”) l’inno nerazzurro (scritto da Roberto Vecchioni insieme ai Nuovi Angeli) e cantato dal mediano di allora, Mario Bertini, alla fine del Campionato 1970-1971 (quello dell’11° scudetto dell’Inter). Iniziava così: «C’era chi gridava: “Sono tutti morti già!”. C’era chi vendeva immaginette su di noi. C’era il solito becchino pronto per scavar “La Fossa!”. Muoiono i becchini ma noi no! Inter! Inter! Più forte che mai!».