Matthäus: “IO CAMPIONE del MONDO”

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Sembra ieri quando Matthäus, ventisettenne tedesco proveniente da Monaco di Baviera, arrivava a Milano con il difficile compito di guidare la riscossa interista contro i rossoneri freschi Campioni d’Italia. Le aspettative dei tifosi erano tutte sulle sue spalle e quel nome, Lothar, quando la Curva Nord lo urlava a pieni polmoni, sembrava realmente un ruggito in grado di intimorire gli avversari. Sembra ieri quando, portata a termine la sua missione, dichiarava in diretta televisiva con la sua pronuncia teutonica: “Questo scudetto in Italia uguale importante come tre scudetti con Bayern in Germania”. Sembra ieri quando alzava al cielo di Roma la Coppa del Mondo conquistata con la Germania a “Italia ’90” e la Coppa Uefa vinta con l’Inter nel 1991. Tra questi due trofei aveva esibito al “Meazza” il suo Pallone d’Oro, prima di impallinare il portiere juventino Tacconi con una delle sue imparabili conclusioni dalla lunga distanza.

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Sembra ieri e invece sono trascorsi più di vent’anni. Eppure, anche a distanza di tanto tempo, il popolo nerazzurro lo ricorda con affetto. È difficile per un tedesco inserirsi così facilmente in una realtà come quella italiana. Lui ci è riuscito naturalmente, fin dal primo giorno, imparando perfino qualche parola di dialetto lombardo: un “Panzer” milanese di adozione. A chi non ha avuto la fortuna di vivere in prima persona il suo quadriennio con la maglia della Beneamata, consigliamo la biografia “IO CAMPIONE del MONDO” (il Castello – 1991), realizzata a quattro mani con la collaborazione del giornalista Valberto Miliani, all’epoca Direttore del mensile “Inter Football Club” e Autore anche della prefazione. Un testo piacevole e avvincente, arricchito con fotografie a colori e in bianco e nero, scattate sul campo, ma non solo. Per la “scioltezza” con cui è scritto questo libro scorre veloce (una pagina dopo l’altra) sorprendendo il lettore che arriva all’ultima riga quasi senza accorgersene e con la voglia di conoscere altri particolari sulla storia di questo straordinario Campione. In realtà quest’opera non tralascia nulla, toccando tutti gli aspetti della vita dell’uomo ancora prima che del calciatore: dalle immagini nella culla ai primi calci nella squadra di quartiere; dal legame coi genitori (entrambi operai alla “Puma”, quando si dice il destino!) all’incontro con la prima moglie Sylvia; dall’approdo in Bundesliga al trasferimento al Bayern, all’esordio in Nazionale, all’Inter… e tanto altro. Consigli ai giovani sportivi, doping, politica, rapporti con allenatori e Stampa, automobili preferite e gusti femminili, l’unificazione delle due Germanie e le abitudini italiane, il tempo libero, i valori etici, e naturalmente un immancabile ritratto tracciato da giornalisti, colleghi e familiari. Tutto questo è racchiuso nelle 160 pagine di un libro che non può assolutamente mancare nella biblioteca di tutti i cuori nerazzurri di ogni età. Troppo poche, forse, per descrivere uno dei più grandi giocatori che abbiano calcato i palcoscenici del Calcio mondiale, ma siccome dopo la pubblicazione la sua carriera è proseguita per altri nove anni compresa un’esperienza negli Stati Uniti, le statistiche le completiamo noi. L’ex centrocampista nerazzurro detiene in solitario il record di presenze nella Nazionale Tedesca (150) e in “coabitazione” con Gigi Buffon e il messicano Antonio Carbajal quello di 5 partecipazioni alle fasi finali di un Campionato del Mondo (dal 1982 al 1998, con un primo e due secondi posti). In carriera ha vinto praticamente tutto, sia a livello di club sia di Nazionale. Gli manca solo la Coppa dei Campioni, sfuggitagli due volte per un soffio nelle finali perdute nel 1987 contro il Porto e in quella beffarda del 1999 contro il Manchester United. Peccato. Ci dispiace sinceramente.

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