Almeno per i bambini…

Fuori Campo

Il problema non sono le nostre ragioni (o meglio, quelle della F.I.G.C.), oppure, quelle della Juventus, ma i bambini. Il rispetto per l’infanzia che, in questo caso, non è colpa degli interisti, va in direzione delle nostre ragioni e nulla ne possiamo. Siamo stati a Torino, in visita allo stadio dei Granata e al Museo dello Sport che si trova all’interno. Poi, siamo stati anche al Juventus Stadium e, quindi, al museo dei Bianconeri. Consigliamo a tutti gli appassionati di Calcio (e di sport in genere) entrambe le visite. Il punto è che all’interno dello stadio del Torino sono esposti gli scudetti vinti (7) e nel moderno impianto juventino quelli della società che in Italia ha vinto più di ogni altra, ma ci sono anche quello del 2005 e quello del 2006 (assegnato a tavolino all’Internazionale)… Li considerano loro, nonostante sia stato deciso diversamente. Era una questione che poteva essere “sepolta” con tutte le sue sfumature che, in ogni caso (in casi come questi), puzzano un po’, ma l’hanno voluta affermare nella casa della Juventus, in maniera ufficiale, ed è stato così ad ogni festeggiamento degli scudetti vinti in queste ultime tre stagioni, purtroppo.

Nei nostri ricordi di infanzia c’è la giornata dopo la conquista da parte dell’Inter dell’undicesimo scudetto. Era il 1971. Papà ci comprò i giornali. Non non solo La Gazzetta dello Sport, ma anche altri quotidiani sui quali si celebrava la vittoria dei nearazzurri in quel Campionato. Questo il punto. Un conto è non essere d’accordo con le decisioni prese dai vertici del Calcio italiano, altro è continuare a mostrare un atteggiamento “ribelle” e ingiusto, scorretto dal punto di vista educativo, nei confronti dei bambini (anche torinesi). Sfogliando un giornale nei giorni seguenti alle belle vittorie del 2012, 2013 e 2014 quegli scudetti i bambini della Juve non li hano trovati. Consultando un almanacco, oppure, Internet, non li troveranno. Allora andranno dai genitori a chiedere il perché e i genitori, nell’intimità della famiglia, saranno in imbarazzo. Quale genitore guardando la dolcezza degli occhi di un bambino che gli pone una domanda rimane tifoso? Noi speriamo nessuno. Il Presidente della Juventus cosa avrà raccontato ai suo figli?

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it