MILANO – L’Inter è Campione d’Italia e lo è per la ventesima volta nella sua storia. Accade in una Milano fredda e piovosa, ma dal sapore dolcissimo. Il Derby e lo Scudetto 2023/2024 si tingono di neroazzurro, e la seconda Stella va a fare compagnia a quella conquistata dall’Inter di Armando Picchi e Giacinto Facchetti nel 1966.
Milano si tinge dei colori del cielo e della notte, per uno Scudetto vinto con pieno merito, un Campionato dominato dall’inizio alla fine da una squadra senza punti deboli, che ha fatto registrare numeri da record.
La stracittadina non è stata altro che il coronamento di una cavalcata trionfale, che ha visto il suo epilogo nella partita più attesa.
Nella vittoria contro il Milan c’era la voglia di dimostrare chi fosse il più forte, ma anche di ribadire con forza la bellezza e l’eleganza del gioco di questa squadra e i meriti di una società che ancora una volta ha dimostrato la qualità del suo operato.
Simone Inzaghi, grazie a questo Scudetto, entra di diritto fra gli allenatori più vincenti della storia del Biscione, tecnico e uomo di valore assoluto.
I festeggiamenti sul prato del “Meazza” hanno dimostrato ancora una volta come si può gioire ed esultare in modo rispettoso ed elegante, cosa per noi normale, ma evidentemente non per tutti.
Il 22 aprile 2007 l’Inter, guidata da Roberto Mancini, conquista lo Scudetto numero 15. Vince a Siena, con una strepitosa doppietta di Matrix, Marco Materazzi.
Il 22 aprile 2024 l’Inter ha scritto una delle pagine più belle di questo meraviglioso romanzo iniziato la notte del 9 marzo 1908 presso il ristorante “Orologio” di Milano.
Piazza del Duomo si è riempita subito dopo il triplice fischio che sanciva il trionfo, sotto lo sguardo compiaciuto della “Madonnina”.
Ora è il momento della festa, dell’emozione, della gioia, una gioia intima, tutta neroazzurra, che durerà altre cinque giornate…
Con tutta l’Inter, c’è il ricordo di chi non è più fra noi
Domenica, 28 aprile, contro il Torino sarà un’altra giornata di festa, da vivere nella “nostra casa” questa volta sì, tutta neroazzurra.
“Ognuno ha la sua storia – amava ripetere orgogliosamente Massimo Moratti nei suoi anni da Presidente – Noi abbiamo la nostra”.