C’è voluta una grande Inter per battere il Napoli 3 a 2, primo della classe e fino a ieri sera ancora imbattuto con la miglior difesa d’Europa.
C’è voluto l’atteggiamento e la “cazzimma” che è mancata al derby e probabilmente negli altri scontri diretti con le big del Campionato; c’è voluto un pizzico di fortuna nel finale per scacciare via gli incubi di un ennesimo pareggio immeritato.
La prestazione, però, c’è sempre stata e anche col Napoli, la squadra di Inzaghi non è stata da meno. L’Inter ha sofferto l’uscita dai box fino al bombolone di Zieliński, arrivato al minuto 17 dopo un pessimo disimpegno di Barella.
Otto minuti dopo il rigore (netto) trasformato dal sempre più in forma Çalhanoğlu ha drasticamente cambiato il momentum della partita: diverse occasioni da goal, tanti palloni recuperati nella metà campo offensiva e un grande spirito di squadra nell’andare a prendersi quello che si merita hanno portato al goal di Perišić poco prima dell’intervallo e al 3 a 1 di Lautaro al minuto 61.
A un quarto d’ora dalla fine purtroppo si è ripetuta una dinamica piuttosto ricorrente per l’Inter: Inzaghi fa dei cambi molto discutibili e l’Inter abbassa il baricentro di parecchi metri, lasciando totale libertà agli ospiti di poter spingere come vogliono per il rush finale.
Se poi ci metti anche un altro bombolone all’incrocio, questa volta di Mertens (scaturito da un altro brutto disimpegno, questa volta di Džeko) e gli 8 minuti di recupero, ti ritrovi a dover difendere un goal di scarto con le unghie e con i denti per 20 minuti contro i primi in classifica.
Un pizzico di fortuna (era ora) e una grandissima parata di Handanovič (era ora di nuovo) portano a termine una partita molto divertente e molto importante per la rincorsa dei nerazzurri, direzione: Scudetto.