Si poteva vincere, si poteva perdere. Alla fine i due pesi si sono pareggiati, annullati a vicenda. Buona prestazione da parte dell’Inter (passi in avanti enormi rispetto alle partite precedenti); Napoli col solito pallino del gioco ma poco concreti, grazie soprattutto ai meriti dei nerazzurri.
Critiche ed elogi vanno messi in archivio il prima possibile, perchè domenica (alle 12.30) si gioca a Genova con la Sampdoria.
LE TRE POSITIVE:
1) Brozović e Candreva: quasi sempre fischiati per qualche partita non all’altezza, hanno sfoggiato una prestazione ottima, degna delle qualità che sicuramente hanno in serbo. Meritati gli applausi, che mancavano da tempo a entrambi.
2) Nonostante il momento difficile del Napoli (primo e unico della loro stagione), dovuto alla sconfitta con la Roma e il sorpasso della Juve, pareggiare con questa squadra che offre sempre un Calcio bello e godibile non era facile e scontato; e a essere onesti questa partita si poteva anche vincere
3) Ancora ci riveliamo (un’altra volta! e nonostante la coperta corta) una squadra con diversi interpreti all’altezza. Centrocampo a sorpresa che ha creato (forse) un po’ di scetticismo a qualche nerazzurro, si è rivelato un’ottima mossa tattica che ha saputo controbattere gli spunti dei napoletani.
LE TRE NEGATIVE:
1) C’è un po’ di amaro in bocca nei tifosi e nella squadra, la vittoria della Roma e il pareggio di Immobile a Cagliari in extremis al 95’, quasi ci obbligavano a portare a casa i 3 punti. Tutto sommato un punto non è il risultato peggiore, soprattutto con un avversario così nobile.
2) La partita rispecchia una caratteristica particolare dei nerazzurri: le partite buone si possono fare, c’è molta capacità di sofferenza, ma le difficoltà arrivano quando c’è da fare la partita e comandare il gioco: anche qui come il punto precedente: c’è amaro in bocca perché è proprio quando vedi una buona prestazione che ci si chiede: perché non si poteva fare prima?
3) Miranda ed Éder: probabilmente i due peggiori in campo dei nerazzurri, il difensore ex Atletico ancora con qualche difetto di attenzione e impostazione, mentre l’ex Samp è entrato a 25 minuti dalla fine e non ha dato quella scintilla che poteva fare male agli azzurri. Peccato.
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