3 Cose positive e 3 negative dopo Atalanta-Inter – Di Nicola Amoretti

In Campo

Finisce senza vincitori né vinti la sfida tra Atalanta e Inter. Una partita difficile (questo si sapeva), caratterizzata da un primo tempo ottimo dei padroni di casa e la successiva reazione degli ospiti nella seconda frazione di gioco. I nerazzurri tornano a Milano con un punto e la fremente attesa di conoscere il risultato del derby di Roma di stasera.
Difficile capire, però, se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto.

LE TRE POSITIVE

1) La partenza rabbiosa e aggressiva degli atalantini ha forse colto di sorpresa i nerazzurri, che però hanno saputo difendere, ripartire e creare gioco e occasioni col passare dei minuti. Importante la solidità mentale che hanno saputo mantenere gli uomini di Spalletti.

2) Rafinha è sempre di più il fantasista che tra centrocampo e attacco ha qualità e fornisce le giocate che servono. Quasi sempre preciso, rapido e protagonista di molti strappi.

3) Il derby di Roma è una magra consolazione per le occasioni non sfruttate contro Atalanta, Torino e Milan. Ma è una partita da 6 punti; aspettando il risultato, per ora i nerazzurri e le romane sono tutte e tre a quota 60 punti.

LE TRE NEGATIVE

1) L’altra parte della medaglia, per quanto riguarda il derby di Roma, è che vincendo contro l’Atalanta o contro il Torino (partita meritata dall’Inter, ma complice la sfortuna ne è uscita sconfitta) ci si sarebbe potuti trovare in terza posizione, mettendo così molta pressione alle romane. Invece, l’Inter ora è “succube” dei risultati altrui.

2) Nonostante il primo tempo quasi dominato dall’Atalanta, l’Inter ha avuto molte occasioni nitide e pulite per portare a casa il bottino pieno. Perisic ha avuto più volte l’uno contro uno con Berisha, ma l’occasione di Rafinha è quella più clamorosa. Il brasiliano ha sbagliato quasi un rigore in movimento e dopo essere stato sostituito è rimasto qualche minuto “nascosto” sotto il giaccone, ripensando all’occasione sbagliata. Bene per il senso di appartenenza, male per il poco cinismo, suo e della squadra.

3) Cinismo che manca ormai da 3 partite, ovvero dalla sfida contro il Verona. Nel derby e contro il Torino si ha avuto la netta sensazione che l’Inter avrebbe meritato la vittoria, ma di fatto non ha saputo fare goal (a parte quello negato dalla VAR nel derby); se si vuole veramente raggiungere il fatidico quarto posto surclassando almeno una tra Roma e Lazio bisogna essere più cattivi sotto porta e forse sì, anche un po’ più fortunati.

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Nicola Amoretti
Nicola Amoretti
Nicola Amoretti è nato in Toscana, ad Arezzo, il 4 Gennaio 1998, proprio nel giorno in cui a San Siro si giocava Inter-Juve e Ronaldo, dopo una lunga corsa sulla destra (sfuggito anche a un tentativo di fallo) serviva a Youri Djorkaeff il pallone della vittoria. Amoretti vive a Milano dai primi Anni 2000. Attualmente studente, è appassionato di Calcio e dell’Inter, ama il Calcio inglese e si interessa anche di altri sport, specialmente: Pallacanestro e Tennis. Gioca nella Macallesi, società di periferia di Milano (squadra dove ha giocato Walter Zenga dal 1969 al 1971). Le sue passioni sono: Giornalismo, Lettura e Musica.